Famiglia: Acantacee
Origini: bacino del Mediterraneo
Un’antica leggenda narra che lo scultore greco Callimaco, mentre passeggiava dopo un’intensa giornata di lavoro, scoprì, sulla tomba di pietra di un bambino, una pianta di acanto che cresceva tutta avvolta intorno a un piccolo paniere di offerte votive. In seguito questa poetica immagine gli avrebbe ispirato il ben noto fregio dei capitelli dell’architettura corinzia: un piccolo cesto scolpito, dall’interno del quale escono foglie d’acanto in tre ranghi sovrapposti.
L’acanto cresce spontaneo nelle regioni meridionali; è una pianta erbacea di grosse dimensioni, originaria delle steppe dell’Africa e dell’Asia, ma naturalizzato fin dall’antichità nei giardini dei paesi affacciati sul Mediterraneo.
L’acanto è caratterizzato dalle sue foglie molto decorative, lunghe, ampie, dentellate, armoniose come se fossero state disegnate dalla mano di un artista. Talvolta sono coperte di peli setosi e, grazie al loro colore verde scuro, formano alla base della pianta una rosetta di grande effetto. Lungo il fusto, compaiono qua e là fitti ciuffi di piccole foglie appressate, disposte a spiga, simili a una sorta di spine molli (il vocabolo greco “akanta” significa per l’appunto “spina”) dalle quali spuntano fiori dalla corolla bianca, privi di peduncolo. Fiorisce in maggio-giugno. I frutti sono capsule che si aprono a maturità e lanciano lontano i sermi.
Utilizzazione: l’infuso di foglie o di fiori stimola l’appetito, coadiuva la funzione del fegato e regolarizza la digestione. Ben tritate e macerate in acqua fredda, le foglie si possono applicare sulle ferite infiammate per ottenere effetto calmante e cicatrizzante. Infine possono essere bollite per preparare bagni emollienti contro duroni e verruche.
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